È davvero solo questo il suo contributo?
Pressappoco funziona così.
Prima visita. Ti vede, ti pesa sulla bilancia (tanita) ti dà alcuni consigli poi ti prende le misure. Poi insieme a te elabora un piano di dimagrimento (o ingrassamento). Ecco la dieta: 50grammi di questo 80 grammi di quello 100 grammi di quell'altro. Ti parla come se tu fossi un extraterrestre e alla fine della consulenza/visita ti dice: Ci rivediamo il mese prossimo.
Tu pensi: tra un mese?
Nemmeno il calendario dell'iPhone mi potrà aiutare a ricordarmi di questo appuntamento tra un mese...
Così, tu, solo soletto torni a casina passando prima per il centro commerciale vicino per gli approvvigionamenti.
Certo non credi ai tuoi occhi. No, non credi al tuo portafogli quando comprendi che mettersi a dieta, quindi ridurre la quantità di cibo che dovrai ingerire, costa di più.
Ma tu decidi di andare avanti.
Per colpa della salute che è venuta meno oppure perché non riesci più a vederti il pistolino, decidi che è arrivata l'ora di basta!
Adesso devo perdere 10kg.
Il problema non è tanto perdere 10kg ma riuscire a modificare drasticamente il tuo stile di vita.
Certo mangiare è gratificante ma lo specchio non sempre si trova d'accordo.
La colazione al bar? No.
Lo spuntino delle 10.30? No.
Il pranzo di lavoro con i colleghi? No.
I canonici 7/8 caffè? No.
L'aperitivo del venditore vincente? No.
La lasagna della domenica? No.
La birretta con gli amici? No.
Cavoli cosa faccio?
Beh puoi cominciare a fare altro. Ma altro cosa, non mi viene in mente niente!
E così ti ritrovi solo e spaesato con la tua dieta.
Se miracolosamente riuscirai a portare avanti il regìme alimentare (non a caso si chiama regìme), ti presenterai al secondo appuntamento.
Seconda visita Inizia dicendoti di attendere un attimo perché deve aprire la tua pratica perché mica si può ricordare di te (giustamente è trascorso un mese). Poi di nuovo sulla bilancia. A questo punto ti dice anzi si dice Brava dottoressa sei riuscita a farlo dimagrire. Oppure, se le cose non fossero andate benissimo ti potrebbe dire: Eh eh lei è stato un po' birichino. Non si è impegnato! Poi le domande test: Avverte molta fame in qualche momento della giornata? Si porta dietro pane o qualche carboidrato per il fabbisogno energetico. Il pesce e la pasta li mangia regolarmente? Bla bla bla ...ci vediamo il mese prossimo. (Pacca sulla spalla) e continui così!
Faccio una post premessa...la dottoressa in questione è reale ed opera in uno studio situato nel comune di Nichelino in provincia di Torino.
Ah devo aggiungere che la dottoressa è alta 1 metro e 50 cm e peserà indicativamente 90 chili.
E non scherzo.
Ma veniamo alle considerazioni.
Io mi chiedo: Ma questi medici non hanno mai fatto il venditore...vero? E nemmeno devono essere preparati sulla materia economia. Bene sono medici ma addirittura non conoscere l'animo umano e/o avere delle cognizioni psicologiche, credo sia deleterio per i loro pazienti che si affidano a loro con fiducia e speranza. I report giornalieri, i brain storming, il controllo continuo sulle condizioni sono sconosciute per questi professionisti. Loro hanno un controllo mensile ma in un mese tra la prima e la seconda visita ci sono almeno 150 pasti... Se fossero più etici e preparati, potrebbero creare una formula di controllo periodico per monitorare la situazione perché se il paziente non dovesse riuscire a portare a termine il compito rimarrebbe deluso e sfiduciato tanto da poter decidere di mollare.
Inoltre con controlli più frequenti potrebbero motivare e soprattutto correggere eventuali errori o fraintendimenti che potrebbero insediare la buona riuscita dell'operazione. Quanto è difficile comprendere che mettersi a dieta non è questione di alimentazione. Non è questione di decidere di mangiare meno. Mettersi a dieta anzi, cominciare ad alimentarsi nel modo corretto è una questione di cultura e igiene mentale.
Cultura perché conoscere l'associazione dei cibi è la base per poter comprendere il significato dell'alimentazione;
Igiene mentale perché se ti senti bene, se vivi una vita piena di impegni e fatta di soddisfazioni è molto più semplice non attaccarsi al cibo quale valvola di sfogo.
Mangiare per molte persone, significa superare delle difficoltà che la vita così stressosa ci mette davanti, significa ricompensare il cervello per sopperire a mancanze causate dalle nostre abitudini.
Ma il vero significato della parola mangiare è "nutrirsi".
Nutrirsi significa "alimentarsi".
Alimentarsi significa dare al proprio corpo il fabbisogno che necessita per svolgere le attività base e le attività extra a seconda dello stile di vita e del movimento.
Quando decidiamo di metterci a dieta lo facciamo solitamente seguendo due potenziali strade:
Il dietista
Fai da te
Quale che sia la tua scelta ricordati che il 97% delle persone che decide di mettersi a dieta, non riesce a superare la prima settimana e quindi si arrende.
Di quel 3% che invece riesce a continuare la dieta, il 90% riprende il peso (faticosamente perso) entro 10 mesi.
Quindi su 1000 persone che decidono di iniziare questo percorso, soltanto 3 fortunati (o eroi più che altro) riescono a centrare l'obiettivo, tutti gli altri muoiono.
Ecco la soluzione.
Se decidi di iniziare un percorso di dimagrimento chiamami!
Il supporto psicologico è FONDAMENTALE quando si decide di affrontare una sfida di questo tipo.
Quando le persone si mettono a dieta iniziano a mangiare insalata e togliere il pane, si iscrivono in palestra e noleggiano un Personal Trainer, si affidano ad un medico nutrizionista ma per dimagrire (o ingrassare) occorre la parte migliore del tuo corpo: il tuo cervello.
Affidati ad un Mental Coach.