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Immagine del redattoreMirko Scravaglieri

Le persone sono false perché è difficile ammettere di non essere invincibile.


La paura della paura è la peggior paura.

Mi è capitato spesso di ritrovarmi nella condizione del LO FACCIO O NON LO FACCIO, del SI O NO, quelle situazioni che sai che potrebbero farti del bene ma che decidi spontaneamente di non vivere per PAURA.

Eccoci qui: La paura. Che cos'è la paura?

La paura è quella cosa che ti chiede di alzarti dal divano quando ti stai riposando, la paura è quella cosa che ti spinge a pagare la multa entro 5 giorni, la paura è Homer Simpson che mangia una serie infinita di hamburger e ad un certo punto arriva la moglie che gli impone di andare a Messa perché è domenica.

Avete capito? NO? 

Vabbeh, la paura è quella sensazione o meglio emozione che ti chiede di lasciare quello che hai (quello che ti fa stare comodo) per andare a fare o cercare quello che non hai (e che dubiti fortemente potrà farti star bene come la sensazione da abbandonare).

Adesso è più chiaro? Speriamo! 

La paura è l'emozione umana più importante perché ci permette di pensare sempre alla nostra sopravvivenza.

Un individuo senza paura perderebbe il suo lato più umano e primordiale.

La paura inizia dall'infanzia, quando le prime cadute e i piccoli traumi vengono salvati nel nostro Hard Disk.

E proprio qui, in questo HD, che la nostra mente salva (prima) e attinge (poi) le informazioni che ci occorreranno per salvarci la vita o quantomeno per tenerci lontano dal pericolo.

Ma il pericolo, una volta cresciuti, non si riferisce esclusivamente alle situazioni tragiche e drammatiche cioè a situazioni reali di vita o di morte ma si rivolge anche e soprattutto alle cose di tutti i giorni.

Ogni situazione, ogni avvenimento che ci sfiora può rappresentare un pericolo per la nostra incolumità. 

Chiedere ad una ragazza di uscire, non dovrebbe causare il rischio della vita (dipende dalla ragazza o dal padre della ragazza 😂), ma per tantissimi esseri umani questa pratica è colma di incertezze ed ostacoli.

Ciò che è a rischio non sarebbe la vita ma la paura del fallimento. 

Se la ragazza dei tuoi sogni ti dovesse dire NO, ti crollerebbe il mondo addosso, non riusciresti più ad uscire di casa e la tua autostima toccherebbe quote bassissime. 

Converrete con me che la paura del NO, in questo caso, è una paura "finta".

Sareste d'accordo se vi dicessi che è tutto nella nostra testa, che non c'è niente di reale.

Eppure, miliardi di persone, da centinaia di anni (almeno), considerano la paura del "2 di picche" addirittura peggiore della paura di morire.

La paura di parlare in pubblico, un altro esempio terrificante per alcuni.

La paura dei cani, la paura dei rumori forti, la paura di soffocare mentre si mangia, la paura del buio, la paura di volare.

Potrei andare avanti per giorni e non riuscire a menzionare un milionesimo delle paure che affliggono noi esseri umani.

Ora cerchiamo di comprendere il vero valore di queste paure.

Esistono paure di tipo A e paure di tipo B.

Le paure di tipo A sono paure derivate dalla prova certa della conseguenza che è capitata direttamente a noi oppure ad un individuo vicino  oppure visto scientificamente testare in un determinato momento della nostra vita.

Le paure di tipo B, invece, sono delle proiezioni realizzate dal nostro potentissimo cervello per "consigliarci " di non compiere una determinata azione. Queste paure non hanno alcun fondamento ma sono le più potenti, pericolose e demotivanti. 

Tipologia A. Per fare un esempio facile facile mi viene in mente una presa di corrente che, di certo, noi, non andremmo mai a toccare con le mani (se non dopo aver disattivato il contatore) perché conosciamo bene la pericolosità dell'energia elettrica.

Anche se non fosse capitato direttamente a noi, a partire dai nostri genitori per arrivare ai video di Youtube, ci è stata spiegata la corrente pertanto non abbiamo bisogno di testimonianze che ci spieghino la pericolosità.

Le paure di tipo B, invece, non hanno supporto scientifico (forse neuro-scientifico) e non possono essere avvalorate da esperienze passate.

Insomma, sono delle vere e proprie proiezioni ortogonali fantascientifiche realizzate dal nostro cervello per consigliarci di desistere.

La paura del buio rientra tranquillamente in questa categoria perché nel buio oppure sotto la luce, a parità di condizioni, troveremo le stesse cose.

Se andassi a cena fuori con gli amici e uscissi di casa alle 18 con ancora la luce del giorno ad illuminarla, al mio rientro alle 2 di notte, troverei tutto come prima (salvo i ladri).

Ma cosa si nasconde in una paura come questa?

Perché il cervello ci dice di stare attenti?

Semplice, un film horror ambientato al buio con immagini raccappriccianti venire fuori all'improvviso, potrebbe essere un buon generatore di allerta per la nostra mente.

Facciamo un altro esempio.

La paura di lasciare un posto di lavoro poco gratificante senza prima averne trovato e testato uno nuovo.

Perché, è chiaramente complicato trovare un lavoro e la paura di restarne senza sarebbe deleteria per la nostra vita.

Quindi perché le persone non dicono quasi mai quello che pensano?

Perché non si può esultare nel caso di una bella notizia come quando la tua squadra del cuore segna un gol?

Perché facciamo vedere un lato fasullo alle persone che viviamo tutti i giorni?

Aveva ragione Pirandello e la sua teoria delle maschere.

Per sopravvivere iniziamo col portare una maschera, poi decidiamo di cambiarla, poi decidiamo di portarne due, tre, quattro. 

Ad un certo punto, quella/e maschera/e divengono sempre più complicate da staccare dal nostro volto e pian piano, noi stessi cominciamo a comportarci naturalmente come la maschera fino a quando, la maschera, diventa parte di noi e noi di lei.

Per non dire quello che sentivo ho cominciato a non sentire più quello che dicevo.

La cosa tremenda, la più preoccupante di tutte è che la paura di fare le cose, ci condiziona, ci costringe, ci isola, non ci permette di essere noi stessi perché ci sono persone che, "ti voglio bene",  non l'hanno detto mai ed esistono altri, invece, che l'hanno pronunciato troppo.

Chi per un motivo, chi per l'altro, la colpa è solo ed esclusivamente di noi stessi ma, se vogliamo proprio dare la responsabilità a qualcun altro:

LA COLPA È DELLA PAURA!


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