Quanto mercato per chi decide di lavorare o acquistare fuori dal periodo di "fuoco".
Moltissima gente, intesa come persone fisiche e aziende, decide di acquistare o prestare i propri servizi durante periodi definiti "fuori stagione".
Un esempio naturale e semplice da realizzare sono i saldi.
Il mercato dei saldi è diventato negli anni un vero e proprio modo di vivere, di acquistare e, di conseguenza, vendere.
Ma pure il "Black Friday" si è insediato nella mente di noi consumatori come un evento al quale prepararci per via delle tantissime offerte che ne deriveranno.
Così come per noi consumatori anche le aziende che devono proporre i propri prodotti e servizi si sono adattate al fine di soddisfare le esigenze di noi folli consumatori.
Ma potrei andare avanti e aggiungere il Cyber Monday che non è altro che un lunedì normalissimo montato a dovere per ergersi a simbolo utile per comprendere che è arrivato il momento di spendere per acquistare un prodotto più o meno necessario.
Non a caso, il Cyber Monday, arriva non troppo tempo dopo il Black Friday proprio perché lo shopping continui nella nostra testa in forma di abitudine.
Abituarsi a spendere per acquistare prodotti e servizi aiuta il mercato a non subire la flessione naturale che avverrebbe immediatamente dopo una ricorrenza come accadeva per il Natale dove le aziende vivevano un grandissimo periodo di espansione e lavoro per poi ritrovarsi letteralmente a terra nei primi giorni dell'anno.
Ma veniamo al cuore di questo post.
Qualche giorno fa mi trovavo al mare per lavoro.
Periodo di Marzo, tutto chiuso o quasi, nessuno in giro per la città e un senso di desolazione e di abbandono estremo.
E pensare che entro poco più di un mese, nel periodo di Pasqua, quel posto deserto, si sarebbe trasformato in una località ambita e frenetica.
Trovare un luogo dove rifocillarsi per pranzo è stata davvero un'impresa ma, una volta scoperto l'oggetto del mio desiderio, un ristorante tipico emiliano, con mio grande stupore mi sono accorto che non c'era nessun posto disponibile per pranzare per via dell'incredibile affollamento di gente.
Dopo circa 30 minuti di attesa, finalmente, riesco ad accomodarmi al tavolo e gustare le prelibatezze tipiche di quella località.
Tuttavia, nonostante io mi trovassi in quel posto per altri motivi, non potei far altro che riflettere sulla motivazione in base alla quale un ristorante situato in un posto "sperduto" potesse avere una quantità così importante di clienti.
La situazione mi turbò talmente tanto che,una volta uscito dal ristorante, chiesi spiegazioni al gestore di un barettino lì vicino che comprendendo il mio stupore mi rispose con naturalezza:
- Quel ristorante lavora 8 mesi all'anno!"
- Cioè? risposi.
- Significa che lavora molto quando siamo fuori stagione quindi nel periodo che va da Settembre a Maggio mentre lavora pochissimo durante il periodo estivo.
Questo mi ha fatto riflettere molto perché l'idea di aprire un'attività commerciale in un luogo turistico che viene "assalito" da Maggio a Settembre per lavorare nel periodo in cui i turisti non ci sono, beh è davvero parecchio strano ma se per un solo istante mi ponessi in direzione del punto di osservazione di chi, invece, deve gestire e guadagnare da un'attività commerciale, allora mi rendo conto di quanto intelligente sia questa pseudo-strategia.
Vi chiedo di immaginare per un attimo quando vi ritrovate al mare o in montagna o al lago durante un periodo, in una giornata affollata, come vengono prese di mira le attività commerciali come bar e ristoranti, lo stress di chi lavora ma anche vostro nel tentativo di farvi servire il pranzo, la cena o anche solo un caffè e quante volte, la qualità dei prodotti e del servizio vi ha delusi.
Cosa invece molto diversa, quando incappiamo in un paesino solito al turismo in un periodo fuori stagione dove le poche attività aperte si dimostrano gentili, disponibili e premurose affinché la nostra esperienza possa definirsi non solo soddisfacente ma straordinaria.
Questo è quello che è capitato a me.
Aggiungo che quale che sia il paese o la città in questione, ci sono sempre residenti o lavoratori che preparano e si preparano per la prossima stagione turistica che devono "accontentarsi" dell'unico ristorante in zona che, guarda caso, guadagna un sacco di quattrini per via della quasi assenza di concorrenza quindi la mia domanda è:
Un ristorante al mare potrebbe guadagnare di più quando la città è stracolma di turisti ma, di conseguenza anche della concorrenza oppure, paradossalmente, riuscirebbe a riempire la propria sala quando non ci sono turisti ma nemmeno l'alternativa di un concorrente che gli permette di fare affari senza opposizioni, in totale tranquillità, potendo scegliere i prezzi più appropriati e divenire al tempo stesso un punto di riferimento in un periodo assolutamente OUT.