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Immagine del redattoreMirko Scravaglieri

Lo diceva Steve Jobs: è avvalorato dalle prove.

Aggiornamento: 18 gen 2021

Non esiste vittoria senza il sacrificio, senza lotta, senza il sudore che ti spinga a pensare di essere riuscito a superare una vera battaglia.


Lo diceva Steve Jobs quindi tutti zitti.


Sarà un articolo breve, brevissimo, un po’ come avviene quando l’oratore inizia il proprio monologo con il canonico: “sarò breve...”.

Oggi lo stress, l’ansia, timori e paure si impadroniscono della nostra esistenza, e questo è un dato di fatto.

Queste emozioni negative, queste sensazioni ossessive riescono a penetrare in noi solo ed esclusivamente grazie al nostro stile di vita.


La verità è che abbiamo sostituito le care, vecchie abitudini lavorative e vitali con il lavoro sempre più automatizzato e cerebrale.


Le persone hanno abbondato la socialità a favore dei social, utilissimi, per carità, ma snaturanti e via via sempre più distanzianti.


Così le amicizie, la community che prima veniva rappresentata dal luogo di incontro come per esempio il bar, sono state sostituite da Whatsapp, Facebook, Instagram che non solo ci occupano il tempo che una volta veniva definito svago ma che, purtroppo, stanno prendendo piede anche e soprattutto da quello lavorativo.


Arrivo al punto. Manca la sfida, mancano le ambizioni di comunità sostituite dal semplicistico concetto espresso dall’IO che deve primeggiare sugli altri per garantirsi il futuro.


A partire dalla scuola che ha alzato l’asticella in maniera rilevante per arrivare ai contesti lavorativi sempre più stressosi ed energivori che obbligano le persone a turni infiniti che non hanno fine neppure tra le mura di casa.


E proprio la scuola rappresenta il primo ostacolo alla socialità, alla collettività fatta di piacere di stare insieme, alla benevolenza, alla clemenza perché i bambini che non riescono a reggere il passo degli altri vengono emarginati ed obbligati a penetrare all’interno di quel circolo vizioso fatto di psicologi infantili, logopedisti, insegnanti di sostegno e tanta, tantissima burocrazia.


Ma è la vita, è la selezione naturale che vuole che il più forte sopravviva a discapito dei più deboli.

Questo, tutta è sinonimo di inciviltà perché anche la persona più forte dovrà sempre guardarsi le spalle dal nuovo che avanza senza poter mai abbassare la guardia e le barriere, mantenendo elevato il livello di stress che a lungo andare si traduce in malanni fisici e mentali.


È questa la società che desideri?

Sono queste le promesse di una vita lunga e gratificante?


Beh, se fosse così: No Thanks!













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