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Immagine del redattoreMirko Scravaglieri

Chi guarda spesso l'ora ha bisogno di sentirsi parte di qualcosa di importante.


Guardare spesso l'orologio è sintomo di chi sa di avere il tempo contato e avverte la fretta di doversi muovere per realizzare quello che manca ancora nella sua vita.

L'orologio è sempre stato un oggetto molto importante nella vita dell'essere umano.

L'orologio rappresenta il tempo che scorre, la vita che passa, le situazioni che si succedono.

L'orologio, tuttavia, rappresenta anche gli impegni, gli appuntamenti, la coordinazione, l'efficacia. 

I risultati si misurano grazie all'orologio perché qualsiasi evento o manifestazione alla quale si partecipa nella vita, ha come comun denominatore il fatto di dover terminare entro un orario oppure entro un periodo di tempo preciso e prestabilito.

L'orologio, però, rappresenta anche l'aggettivo, il design, la moda che avvolge il polso di una persona donandole eleganza e completezza.

Ma perché guardiamo l'orologio quando non siamo soddisfatti?

Capita spesso di guardare l'orologio durante una particolare situazione cioe quando siamo scocciati e non gratificati da ciò che ci sta intrattenendo. 

In quel momento pensiamo alle 1000 cose che avremmo potuto fare in quel lasso di tempo, le cose che avremmo potuto costruire, gli impegni ancora "pending" da portare a compimento, insomma: abbiamo la sensazione di aver gettato via una parte della nostra vita.

In quei momenti ci si rende conto, forse inconsciamente, che non siamo eterni e che, il tempo a disposizione, non è infinito.

Sembra quasi che il nostro IO, nascosto nel profondo ci venga a pungere con degli spilli esortandoci di muovere verso situazioni più importanti e gratificanti.

È incredibile come l'orologio, in quel momento si trasformi in un amico che si stende accanto a noi per alleviare la sofferenza e che, insieme a noi, ci aiuta a resistere perché a breve tutto sarà finito e potremo, finalmente, fare ritorno a casa dove non ci aspetta nulla da fare di particolare ma dove, sicuramente, troveremo lo stimolo per impiegare in maniera prolifica il nostro "sacro" tempo.

Una volta, un parroco del mio paese mi fece ridere moltissimo raccontando un aneddoto capitato a lui durante la celebrazione della Messa.

Si sa, non tutte le persone frequentano la parrocchia per puro piacere e a volte sono le mogli, le mamme o chi per loro a costringerli a praticare.

Una domenica come un'altra, il parroco, durante un sermone, si accorse che molta gente pareva scocciata e ansiosa di arrivare al traguardo.

Qualcuno si faceva aria sventolandosi i canti gregoriani, altri guardavano continuamente verso l'uscita, altri ancora controllavano l'orologio.

Uno di questi, ad un certo punto, guardò verso l'orologio per qualche secondo e, lasciando di sasso il prete, cominciò ad agitare il polso per verificare che l'orologio fosse ancora funzionante. 

😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂

Che dire, l'orologio, il testimone del tempo che è il nostro vero giudice, è anche un compagno di avventure (e di sventure).

Ci segue, ci consiglia, ci avverte che è arrivata l'ora dell'appuntamento ma ci aiuta a riempire i vuoti, ci abbiglia e ci dona classe ed eleganza.

Guardare spesso verso l'orologio significa guardare dentro noi stessi per ricordarci che non siamo eterni e tutto il tempo perso quando si pensa di poterlo sprecare non potrà mai più esserci restituito.

Guardare verso l'orologio significa guardare verso il nostro futuro.


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