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Immagine del redattoreMirko Scravaglieri

Prodotto originale o certificato?

Il potere di un marchio o meglio, di un brand, si misura da come i fans di quella determinata azienda siano propensi o meno ad acquistare prodotti alle cifre proposte.


 


Questo è il caso di Apple.


Non credo di aver mai trovato così tanto senso di appartenenza nei confronti di un marchio, siamo al limite con il confine della politica e della religione; ecco, Apple è una religione.


Fanatismo, i suoi consumatori sembrano zombie in attesa che un alito di vento li indirizzi verso la direzione corretta, sono incuranti del mondo che li circonda e tutte le evoluzioni vengono da loro considerate superflue o, addirittura inutili.


Mi ricordo quando lo scorso anno, in sede di presentazione dei nuovi iPhone 12, uscì IOS 14 che esibiva come novità assoluta i widget, delle scorciatoie grafiche per l'utilizzo smart di app e giochi: una rivoluzione per il mondo Apple.

Il dettaglio che, evidentemente, era sfuggito a tutti risiede nel fatto che Android introdusse tali opportunità almeno 5-6 anni prima e quei dettagli, fino a quel momento assolutamente inappropriati, divennero, come d'incanto, una evoluzione intelligente.


Lo stesso è avvenuto quest'anno per il refresh rate a 120hz che fino a pochi giorni fa veniva addirittura definito come inutile spreco di batteria.

Insomma, per chi ama Apple, il mondo esiste solo e soltanto in funzione della mela.

Certo è che Apple si è certamente guadagnata questa considerazione, vuoi per l'eleganza del marchio, vuoi per la qualità costruttiva dei prodotti ma anche e soprattutto per la loro visione differente delle cose.

Steve Jobs ha dimostrato con una "innovativa semplicità" che il punto di vista che il mondo ti obbliga ad osservare e dal quale ti convince a vedere le cose, non sia l'unico.


Però, dai, diciamoci la verità, Steve non c'è più. Non c'è nei prodotti, non c'è nell'assenza del caricabatterie e degli auricolari, non c'è più nella filosofia che puntava sempre nella direzione dell'innovazione.


Su Apple Community Italia, un gruppo fb di cui sono admin, ho raccontato la mia storia relativa ad un acquisto effettuato su Amazon al fine di portarmi a casa un caricabatterie certificato Apple (non originale) che in aggiunta presentava un cavo usb-c/lightning da 2 mt.

Il costo sostenuto è stato irrisorio, circa 12 euro.

Appena ricevuto il pacchetto dal corriere, lo scarto e metto iPhone 13 Pro Max a caricare.

Immediatamente avverto un odore di plastica bruciata e senza troppi indugi, intervengo prima che capiti l'irreparabile anzi, l'irriparabile!

Getto via il cavo bruciato ma tengo il caricabatterie.

Il giorno seguente mi presento alla Apple e, verificata la certificazione del caricabatterie, mi hanno prontamente sostituito iPhone che emetteva un cattivo odore nella zona del connettore.


Ma veniamo al fatto.

Ho postato sul gruppo Apple la mia storia ed ho ottenuto, come naturale che fosse, una miriade di mezzi insulti per via del mio "incauto" acquisto.

La maggior parte dei commenti si sono concentrati sul tema logico ovvero: il caricabatterie originale costa 20€ mentre tu, alla metà, hai acquistato caricabatterie e cavo dati.

Altri hanno voluto evidenziare come le certificazioni scritte non possano considerarsi garanzia poiché molte aziende evidenziano ciò che in realtà non mettono in pratica, a detta di alcuni utenti, naturalmente.

Altri ancora, si sono detti inorriditi dal fatto che su questa terra possano esistere esseri senzienti che spendano 1300 euro per un telefono e che risparmino su un caricabatterie.

Ma i commenti migliori sono stati quelli che hanno voluto emettere sentenza sulla persona, cioè me medesimo nella fattispecie, non abbastanza accorto da leggere i 7 commenti relativi al prodotto in questione.

Dico la verità, per la troppa fretta non li avevo letti però, ammettendo la superficialità del caso, sono andato a vedere cosa ci fosse scritto.

Con mio grandissimo stupore, ho trovato 6 commenti positivi a 5 stelle e 1 negativo da parte di un acquirente che esprimeva tutto il proprio disappunto per lo stesso problema da me riscontrato ma lo stupore non era riferito tanto ai commenti quasi tutti positivi ma dal fatto che qualcuno mi aveva ripreso con tono di superficialità invitandomi a prestare più attenzione: "bastava leggere i 7 commenti".

Ma come, 6 commenti positivi e uno negativo, cosa dovrei comprendere?

Se avessi fatto innamorare 6 donne su 7 tra quelle da me incontrate, adesso non sarei qui, probabilmente.


Avrei voluto rispondere ad ognuno di questi commenti perché tengo molto al valore delle persone ma ho deciso di non farlo per evitare una baruffa.

Tuttavia, credo sia d'uopo che io difenda alcuni aspetti fondamentali legati alle motivazioni del protagonista di questa vicenda:

  1. Cambiando smartphone ogni 2-3 settimane per via della gestione di numerosi gruppi fb dedicati agli smartphone, ho necessità di molti punti di ricarica in casa, in auto e in ufficio pertanto mi scontro continuamente con i miei bisogni ma anche i requisiti di ogni singolo smartphone in quanto, uno carica a 15w, l'altro a 100w, Samsung a 25, Apple a 20, Huawei a 60 e così via. Vi renderete conto che lo sclero è dietro l'angolo ma ecco perché, per me, un caricabatterie vale l'altro ma per via dei test, devo comprendere i tempi di ricarica, per esempio.

  2. Apple obbliga a munirsi di cavi speciali a differenza dei suoi concorrenti Andorid che sono dotati di porta usb-c. Eh si, Apple non fa sconti, mai. Fortunatamente, a partire dal prossimo anno, Apple sarà obbligata ad adattarsi alla Usb-c come su iPad.

  3. Il caricabatterie, dal mio punto di vista, accompagna un determinato prodotto per via delle specifiche tecniche ed eventuali requisiti quindi, la vita è già difficile di suo e non mi pare il caso di complicarla ulteriormente assumendo una responsabilità inutile quanto quella della scelta relativa al caricabatterie.

  4. Il mio acquisto è stato ponderato sulla base della certificazione MFI (Made for iPhone). Si tratta di un dettaglio che si è trasformato in certificazione relativo ai cali di intensità che i materiali elettrici possono portare o subire.

  5. Io non spendo 1300€ bensì molti di più e i 20/30€ per ogni caricabatterie che ogni anno potrebbe dover essere cambiato per via delle innovazioni tecnologiche dettate dai produttori, beh mi pareva una cifra su cui fare delle considerazioni. Il prezzo era ottimo (forse troppo) ma la certificazione mi ha convinto che il risparmio potesse avere un senso.

  6. Non è stato il caricabatterie a generare il problema ma il cavo che, sinceramente, non mi aspettavo perché non avevo letto bene (per via della fretta dell'acquisto). Ma un prodotto in più è sempre meglio di un prodotto in meno, no? (Stavolta sarebbe stato meglio di no, pazienza).

  7. Amazon permette un reso semplice e indolore. Acquisto circa 200 prodotti l'anno online e, mediamente, 1/3 di questi torna indietro in qualità di reso e questo caricabatterie non avrà sorte migliore.

  8. La mia recensione sarà "giusta". 5 stelle per il caricabatterie e zero (1 è il minimo) per il cavo che mi ha causato il problema: media 3 stelle!

  9. La certificazione. Certificare qualcosa (e io me ne intendo), non è semplicissimo perché occorre creare un protocollo. Una volta ideate le linee guida, chiunque voglia avvalersi di tale certificazione dovrà attenersi a quel protocollo. Se il produttore decide di scrivere una dicitura e non mantenere, all'interno del prodotto, quella promessa di garanzia, sarà lui, in caso di danni, a dover rispondere civilmente e penalmente. Io non posso far altro che fidarmi, anzi io devo fidarmi. Se fossi celiaco e mi recassi presso un ristorante per celiaci (certificato AIC) mi dovrei fidare, punto. Se dovessi sentirmi male allora prenderei provvedimenti.

  10. Il prodotto originale mi garantisce che quello che c'è scritto fuori è ciò che troverò all'interno: e chi lo dice? Anche un prodotto non originale certificato mi garantisce la stessa cosa cioè che nel suo interno io potrò trovare le specifiche esposte altrimenti si configurerebbe il reato di truffa.

  11. La soluzione, dunque è il caricabatterie originale. Ma se fosse l'impianto elettrico di casa mia ad essere difettoso? Apple è grande e non sbaglia (diciamo) ma come posso essere certo che l'elettricista che ha firmato la certificazione dell'impianto possa essere una persona corretta, etica e retta? D'altro canto può essere paragonato benissimo alla piccola azienda che produce il caricabatterie non originale certificato, no?


Ecco il tema definitivo: la fiducia.

Un marchio lavora anni per conquistarsi il diritto di essere creduto e, Apple, ha lavorato decine di anni mettendo al primo posto la soddisfazione dei propri clienti.

Certo, anche loro contano diverse recensioni negative ma, agli occhi dei seguaci, qeulle recensioni non hanno importanza e sebbene, Apple, abbia un rating più basso di 6 utenti pienamente soddisfatti su 7 come il venditore del caricabatterie su Amazon, i seguaci, i follwers, i fans, non si concentreranno mai su chi disprezza la mela, anzi, faranno di tutto per contrastare quella recensione: questo è amore ...(o fanatismo).


 





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